Cinquant’anni di Giardina Group: l’intervista a Stefano e Riccardo Mauri


Non è facile raccontare i cinquant’anni di Giardina Group, perchè è una storia che vede confluire aziende e marchi in quella che – oggi – è una realtà che accoglie esperienze e competenze diverse e profonde nel grande mondo della finitura…

Giampiero Mauri

Chiariamo subito i contorni della questione: quello che racconteremo in questo articolo sarà una sorta di compleanno cumulativo, che vede intrecciarsi i destini di tante realtà che hanno fatto la storia non solo di Giardina Group, ma anche di una parte significativa dell’industria italiana della verniciatura. Partiamo da colui che è stato il fulcro di tutto questo, quel Giampiero Mauri che nel 1972 crea Mauri Macchine a Carugo, in provincia di Como. È lui il trait d’union dei tanti accadimenti che ci portano fino a oggi. È stato lui, prematuramente scomparso nel 2017, a comprendere quanto ci fosse da fare in Brianza a proposito di verniciatura, ereditando storie che si sono intrecciate e spesso confuse, come sempre accade in queste situazioni, acquisendo e guardando lontano, da vero imprenditore. Fino al 2010 quando, con due soci che nel giro di qualche anno usciranno dalla compagine sociale, corona il sogno di una vita e si aggiudica Giardina Finishing, un marchio noto in tutto il mondo. Da lì inizia la storia più recente, prende a poco a poco il largo quel Giardina Group che oggi è la somma dei tanti capitoli scritti in questi cinquant’anni e riunisce un patrimonio assoluto di saperi: quelli di Mauri Macchine, di Ventilazione Italiana, di Giardina Finishing e da un paio d’anni anche di De Stefani, confluita nella nuova Destefani impegnata nella levigatura di bordi e profili.

 

 

“Se oggi siamo un punto di riferimento mondiale per la verniciatura gran parte del merito va – oltre che a mio padre e alle tante persone che lo hanno aiutato a costruire questo sogno – alla capacità di riunire esperienze, competenze, conoscenze diverse”, ci racconta Stefano Mauri, contitolare con il fratello Riccardo Mauri di Giardina Group.

Stefano e Riccardo Mauri

Una lezione che io e mio fratello abbiamo imparato molto presto e che abbiamo portato avanti, impegnandoci nella levigatura con Destefani, ad esempio, e in alcuni progetti che caratterizzeranno il nostro prossimo futuro. Mai come oggi fare impresa significa cogliere ogni opportunità, esattamente come fece nostro padre nel 1972, quando decise di mettersi in proprio o come quando scelse di investire in una nuova, più grande sede a Cermenate o quando acquisì Ventilazione Italiana… le imprese nascono e si evolvono, esattamente come è stato per noi: abbiamo iniziato con la verniciatura del profilo, ma presto ci siamo ritrovati a studiare soluzioni per la finitura di porte e di elementi per mobili, per la plastica e il metallo, costruendo giorno dopo giorno uno dei più completi cataloghi di macchine e attrezzature per la verniciatura, dai robot di spruzzatura alle cabine, dalla essiccazione agli eccimeri alle macchine a rullo o a velo, dai robot cartesiani ai forni di qualsiasi tipo o dimensione”.

Una storia difficile da riassumere ma che ha forse vissuto la sua stagione più intensa dal 2010, dalla acquisizione di Giardina Finishing…
È stato indubbiamente un passo molto importante, anche perchè – per quanto fosse una realtà in grave difficoltà – era pur sempre un colosso se confrontato con quello che era Mauri Macchine”, ci dice Stefano Mauri. “Eppure nostro padre decise che era un passo da fare se volevamo crescere e anche quella volta ha avuto ragione. Ebbe anche l’intelligenza di mettere in secondo piano la sua, la nostra storia, portando sotto i riflettori il nome “Giardina”, ben più conosciuto in tutto il mondo”.

Giampiero Mauri decide dunque di acquistare Giardina Finishing rilevandola dalla situazione in cui si trovava, coinvolgendo persone, ridando ossigeno a un patrimonio del “Made in Italy”, facendovi convergere l’esperienza di Mauri Macchine e Ventilazione Italiana, ricostruendo una squadra che sarebbe stato il nucleo di quel Giardina Group che già immaginava e che realizzò di fatto nel 2012, quando si garantì il 100 per cento della proprietà: il colosso era ora di proprietà della famiglia Mauri.

Non sono stati anni semplici”, ricorda Mauri. “Da un lato c’era un’azienda sana, per quanto certamente di dimensioni e fama minori; dall’altra la necessità di far resuscitare Giardina Finishing, riassumendo le persone, investendo nella riorganizzazione della produzione, riavviando e potenziando una rete commerciale fatta di persone di grande esperienza e capacità. Con il passare degli anni mio fratello Riccardo è stato sempre più coinvolto nel miglioramento dei nostri prodotti, mentre io seguivo gli aspetti più gestionali e commerciali, una divisione di compiti che con la scomparsa di mio padre è diventata un vero modello organizzativo, creando una realtà meno patriarcale e più vicina a una organizzazione industriale moderna, con ruoli e responsabilità ben definite”.

 

 

Siamo stati abituati fin da piccoli a vivere e fare scelte difficili, impegnative”, riprende Stefano Mauri. “Quando papà se ne è andato abbiamo affrontato la situazione e gestito una fase di cambiamento che ci ha portato a riunire tutte le nostre attività nel grande stabilimento di Figino Serenza che oggi, a dire il vero, comincia ad andarci un po’ stretto, vista la crescita che stiamo vivendo.
Abbiamo creato un grande, moderno showroom che ha aperto le porte solo un paio di mesi prima dell’esplosione della pandemia e che è stato comunque essenziale per poter organizzare demo e prove da remoto. Un luogo che rappresenta ciò che siamo oggi, un luogo dove dimostriamo tutte le nostre competenze ma anche le scelte di una realtà imprenditoriale che guarda al mondo e al futuro. Nello stesso stabile negli ultimi mesi abbiamo trasferito le attività Destefani, creando un unico polo dove le nostre levigatrici per bordi e profili vengono costruite e messe a disposizione per qualsiasi prova, esattamente come tutte le nostre soluzioni per la verniciatura che sono a pochi metri di distanza.
Due realtà, ci tengo a sottolinearlo, integrate ma distinte, indipendenti, pronte a creare nuove sinergie con tutti gli attori presenti sul mercato.
E per noi è davvero un piacere particolare, a cinquant’anni dalla fondazione, poter dire che il “Giampiero Mauri Innovation Centre” non è solo la vetrina per le nostre soluzioni per la verniciatura, ma il cuore di un sistema integrato nel quale abbiamo coinvolto Destefani ma che sarà aperto ad altre opportunità, ad altri partner, così da poter mostrare ai nostri clienti fidelizzati o potenziali che possiamo essere la risposta giusta quando si parla di levigatura e di verniciatura di qualsiasi prodotto o materiale.
Oggi possiamo contare su 60 persone grazie alle quali realizziamo un fatturato attorno ai 20 milioni di euro, con un export di oltre il 90 per cento: l’esperienza Destefani ha indicato quanto sia importante cercare collaborazioni, aggregazioni, acquisizioni per poter continuare a crescere. Questo è lo stimolo che ci guiderà nei prossimi anni in un settore sempre più complesso, nel quale sarà indispensabile saper “costruire” persone nuove che portino avanti l’esperienza per definire nuove evoluzioni tecnologiche
”.

 

E i festeggiamenti per le cinquanta candeline?
I festeggiamenti non mancheranno”, conclude Stefano Mauri. “Stiamo lavorando ad alcuni appuntamenti in occasione del Salone del Mobile di Milano e a ottobre, in occasione della nostra partecipazione a Xylexpo 2022. Crediamo che buona parte del successo in ogni attività imprenditoriale ed economica nasca nel contatto, nel rapporto, nel confronto, ma crediamo anche che debba esserci un tempo in cui queste relazioni possano e debbano essere vissute anche in modo più piacevole, amichevole, seduti a un tavolo e con un buon bicchiere di Prosecco in mano. Non ci faremo certo mancare un brindisi al nostro compleanno e ai prossimi che verranno!”.

Per gentile concessione della rivista Xylon.